201911.13
0

La separazione giudiziale e il divorzio contenzioso

La separazione giudiziale è la procedura per separarsi che personalmente considero la meno conveniente e che di primo acchito sconsiglio ma che invece, a volte, si rivela l’unica strada percorribile. Quando la coppia va in crisi quasi sempre si deve affrontare una enorme conflittualità che, inizialmente, può sembrare irrisolvibile o comunque non risolvibile se non con l’intervento di una persona “terza”, ossia un giudice che decida per noi. Non è così. Premesso che è normale che la coppia litighi nella fase iniziale di una decisione così importante, ed è altrettanto normale che il coniuge che sta “subendo” (perché così capita, non si decide quasi mai di separarsi in armonia e accordo) la decisione dell’altro, si trovi in uno stato di emotività e stress tale da impedire di affrontare la questione con la necessaria lucidità. Quindi accade che ci si arrocca sulle proprie posizioni, non si vuole concedere nulla all’altro e che ci si faccia prendere da sentimenti di rivalsa e di vendetta che, francamente, non portano mai al risultato sperato, ma semplicemente a rendere la vita più difficile sia al coniuge che a sé stessi, oltre che, ovviamente, quando ci sono, ai figli.

Vi sono però situazioni in cui i dissidi sono impossibili da sanare, in cui la conflittualità è tale che sia estremamente difficile trovare una strada comune che porti ad una separazione meno dolorosa. Allora in questo caso si dovrà affrontare la strada della separazione giudiziale che altro non è che una vera e propria “causa” al coniuge.

Questa via, lo dico per chiarezza, ha solo svantaggi. Innanzitutto è più costosa, molto più lunga e, ovviamente, come tutte le cause, incerta nel risultato. Come tutti voi sapete – se state leggendo questo post significa che siete in crisi con il vostro coniuge o per lo meno incuriositi dall’argomento – separarsi non significa solamente dirsi addio e tornare a fare la vita che si faceva prima, ma significa soprattutto regolare una serie di rapporti che, con il matrimonio, ci si è impegnati a rispettare. Questi rapporti sono prima di tutto quelli economici e, per chi ha figli minori, anche i rapporti indissolubili con questi ultimi che, soprattutto negli anni in cui i figli sono minori, passano necessariamente attraverso il complicato rapporto con il coniuge che, se un giorno non sarà più vostro marito o vostra moglie, resterà per sempre il padre o la madre dei vostri figli.

Questi rapporti, delicatissimi per una infinità di motivi, se non sarete in grado di regolarli tra di voi, saranno decisi da un giudice e – lo dico per esperienza – la decisione del giudice, il più delle volte, vi lascerà soddisfatti solo in parte.

Ecco perché, anziché partire in quarta a “fare la guerra” al coniuge, forse è meglio fermarsi a riflettere e pensare di affrontare il conflitto fuori dalle aule di tribunale e cercare di arrivare davanti al giudice con un accordo già pronto. E per questo, l’aiuto di un avvocato è fondamentale.

Condividi: